Forse non tutti sanno che..

…una ricetta molto antica era in uso in alpeggio durante il periodo estivo. Prima di andare al pascolo si preparava una polenta molto densa, poi si versava su un’asse in legno per farla raffreddare e con le mani bagnate la si lavorava facendo delle palline. Infine si praticava un foro con il dito e si sistemava al centro un pezzo di toma e di burro e si richiudeva accuratamente. Le alpenballu (palline d’alpeggio )così preparate venivano cotte in una padella di rame ben unta di burro, chiusa con un coperchio e messa nella brace del camino. Così, al ritorno dal pascolo, il pranzo era pronto, dorato e croccante!

 

…già l’uomo preistorico si cibava di cereali macinati tra due pietre cotti in acqua bollente; stesso procedimento eseguito dagli assiri, gli egiziani e i babilonesi. Ad esempio in una tomba egizia eretta a Tebe sono stati trovati grani di mais avvalorando ancor di più la tesi della diffusione di questa pietanza già ai tempi degli egiziani.

 

…il paese di Ferrera Cenisio racchiude nel nome i tratti fondamentali della sua storia. Ferrera, secondo l’opinione più accreditata, è derivazione del verbo latino ferre, portare, in ricordo dell’epoca in cui il villaggio viveva soprattutto del trasporto di persone e merci attraverso il grande valico del Moncenisio. Vi è anche chi, un poco malignamente, sostiene come l’etimologia sia da riferirsi al termine latino fur, ossia furto, in riferimento a richieste molto esose di alcune guide dell’antica Ferrera, capaci di notevoli imprese, ma anche di esorbitanti richieste agli accompagnati.

 

…la giornata del margaro si scandiva ogni giorno allo stesso modo, pasti frugali consumati nelle ore più impensate (quando c’era tempo) eppure talvolta questi uomini sentivano la necessità di condividere del cibo e un bicchiere di vino in compagnia. Talvolta la nostalgia di ritrovare gli amici e perché no, la voglia di una merenda sinoira si faceva impellente, nei dintorni e lontano, verso la valle altre genti vivevano la stessa vita solitaria. Quindi ogni tanto dopo aver rigovernato tutto, si percorreva un lungo cammino per incontrare quella gente, amici e diciamo colleghi di lavoro. Tutti d’accordo, si combinava la merenda sinoira.

 

…nel 1864 l’ingegnere inglese John Barradongh Fell brevettava una speciale ferrovia da montagna che, partendo da Susa, attraverso il valico del Moncenisio, doveva giungere a St. Michel de Maurienne. Iniziati i lavori nel maggio del 1866 e proseguiti anche durante l’inverno 1867-1868, la ferrovia “Fell” veniva inaugurata il 15 giugno 1868. La linea, di oltre 77 Km., veniva percorsa dal treno in circa 5 ore e mezza, ad una velocità media di circa 15 Km/h, lo scartamento era di 1.100 mm, con raggi in alcune curve di soli 35 m. Le locomotive costruite per questo impiego erano di piccole dimensioni ed il convoglio raramente superava i 3 o 4 vagoni. Sulla tratta a quota più alta, dove le nevicate erano più intense, la “Fell” entrava in una galleria artificiale costruita in lamiera della lunghezza di circa 12 Km, mentre nelle zone soggette a slavine vennero costruite gallerie paravalanghe in muratura. La sicurezza era piuttosto scarsa, frequenti erano gli slittamenti dei convogli specialmente nella brutta stagione, causando così ritardi ed interruzioni, nonostante che i tempi di percorrenza tra Susa e la Francia fossero diminuiti notevolmente.
Nel giorno di Natale del 1870 cadeva l’ultimo diaframma della galleria del Fréjus e l’anno seguente, avvenuta l’inaugurazione, la “Fell” cessava l’attività e veniva smantellata. Ancora oggi, percorrendo la SS. 25, si possono vedere a lato della strada alcune gallerie paravalanghe costruite nella seconda metà dell’800 per la realizzazione di una linea ferroviaria provvisoria che collegava, attraverso il valico del Moncenisio, Susa a St. Michel de Maurienne.

 

… Nel 1871 viene aperto il Tunnel ferroviario del Frejus. Il Grande Valico passa improvvisamente dalla vita alla morte. Tutti i passaggi commerciali cessano, compreso il fallimento della ferrovia Fell, e così cessa anche l’attività economica per tutti i paesi di qua e di là della frontiera. Molti abitanti dei paesi della Val Cenischia emigreranno all’estero in cerca di lavoro.

 

 

 

 

…Nel 774 transita Carlo Magno con al seguito le sue truppe .Nel 218 a.C. transitò Annibale dal valico del Moncenisio ( che mette in comunicazione la media valle di  Susa con la valle della Durance in Francia ) a dorso degli elefanti .Nel 1801 transitò Napoleone Bonaparte e sostò presso l’ Ospizio del Moncenisio .

 

 

…San Giorgio, festeggiato il 23 aprile, è il patrono dei soldati, dei cavalieri, degli scout. Nell’iconografia è raffigurato come il cavaliere che uccide il drago, soggetto che ha ispirato pittori celebri  come Raffaello e Carpaccio.

 

 

 

 

 

…Il percorso attraverso il valico è stato chiamato nel tempo con vari nomi, da quello più comune di via “romea” a strada “lombarda” o “pellegrina” , a strada “antica delle gallie”, via “franchigena” ed infine “strada reale”. Gli uomini che dietro lauti compensi provvedevano al trasporto di persone e materiali, utilizzando rudimentali portantine e muli, venivano chiamati “ MARRON” e sia da Novalesa che da Lanslebourg, accompagnano i viandanti attraverso il valico, la salita era sempre molto faticosa e durava parecchie ore di marcia, ma la discesa era veloce ed inebriante, in inverno bastavano anche solo 10 minuti per scendere dal colle a Lanslebourg, ma occorreva avere coraggio per sedere sulle “RAMASSES” rozze e robuste slitte, una sorta di taboga di altri tempi, il nome deriva dal fatto che anticamente queste slitte erano semplicemente dei fasci di rami.

 

…to be continued…